Samarcanda, John O’Hara e un'antica storia dei paesi arabi
Il brano che dà il titolo all'album è spesso frainteso o non compreso appieno dal pubblico. Il suo tema si basa su una leggenda che Vecchioni ha tratto da John O’Hara (Appointment in Samarra, dove Samarra rappresenta Samarcanda). Una vecchia storia proveniente dai paesi arabi narra di un giorno in cui un servo incontrò la Morte al mercato del paese. Spaventato, il servo corse dal suo padrone chiedendo un cavallo veloce per sfuggire alla tenebrosa figura e dirigersi verso Samarcanda, lontano da lei. Il padrone acconsentì, ma successivamente scese al mercato e interrogò la Morte sul motivo per cui avesse spaventato il servo. La Morte, con sincerità, rispose: "Non l'ho spaventato, ero solo sorpresa perché lo aspettavo questa sera a Samarcanda". In questa reinterpretazione, Roberto Vecchioni modifica solamente i personaggi: il servo diventa un soldato e il padrone un re.
E forse non tutti sanno che questa canzone inizia con un prologo narrato:
“C'era una grande festa nella capitale perché la guerra era finita. I soldati erano tornati tutti a casa e avevano gettato le divise. Per la strada si ballava e si beveva vino, i musicanti suonavano senza interruzione. Era primavera e le donne finalmente potevano, dopo tanti anni, riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò e fu proprio allora che tra la folla, per un momento, a un soldato parve di vedere una donna vestita di nero che lo guardava con occhi cattivi.”
Ecco la copertina originale dell'album.
Ovviamente su internet troverete più versioni. Eccone alcune:
Originale
Quella che poi preferisco è il live con Angelo Branduardi:
Live
Tuttavia, potrebbero esserci altre fonti da considerare. Nel 1965, dodici anni prima della canzone di Vecchioni, Oriana Fallaci menzionava in "Il sole muore": «Pensai piuttosto a quell'atroce racconto persiano intitolato “Appuntamento a Samarcanda”. Nel giardino del re, la Morte compare a un servo dicendogli: “Domani verrò a prenderti…” Il servo, allora, corre dal re e chiede il cavallo più veloce per fuggire lontano, verso Samarcanda. Arrivato a Samarcanda il giorno seguente, trova la Morte ad attenderlo. “Non è giusto”, grida il servo, “non è leale”. La Morte risponde: “Perché? Sei fuggito senza farmi finire il discorso. Ero in giardino per dirti che domani sarei venuta a prenderti a Samarcanda”».
Buon ascolto, qualunque sia l'origine di questa bellissima canzone con il famoso ritornello "Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh oh"
E forse non tutti sanno che questa canzone inizia con un prologo narrato:
“C'era una grande festa nella capitale perché la guerra era finita. I soldati erano tornati tutti a casa e avevano gettato le divise. Per la strada si ballava e si beveva vino, i musicanti suonavano senza interruzione. Era primavera e le donne finalmente potevano, dopo tanti anni, riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò e fu proprio allora che tra la folla, per un momento, a un soldato parve di vedere una donna vestita di nero che lo guardava con occhi cattivi.”
Ecco la copertina originale dell'album.
Samarcanda, un LP in mio possesso
Ovviamente su internet troverete più versioni. Eccone alcune:
Originale
Quella che poi preferisco è il live con Angelo Branduardi:
Live
Ho forse menzionato la fonte più affidabile, pur potendo riscontrare la traccia della parabola della morte già nel Talmud (scritto tra il V e il VI secolo d.C.).
La 53ª sukkah del Talmud Babilonese narra di come un giorno il Re Salomone notò che l'Angelo della Morte era triste. "Perché sei così triste?" gli chiese. "Mi è stato ordinato di prendere quei due Etiopi", rispose l'Angelo della Morte, facendo riferimento a Elihoreph e Ahyah, i due scribi etiopi di Salomone. Il Re desiderò salvare i suoi valorosi uomini e li fece fuggire fino alla città di Luz, ma una volta giunti qui, i due scribi morirono. Il giorno successivo, Salomone si incontrò nuovamente con l'Angelo della Morte e notò che sorrideva. "Perché sei così felice?" gli chiese. "Hai mandato i due etiopi proprio nel posto in cui li aspettavo!" rispose la Morte. A questo punto, Salomone espresse la morale della parabola: "I piedi di un uomo sono responsabili per lui: essi lo portano nel luogo dove è atteso".
Tuttavia, potrebbero esserci altre fonti da considerare. Nel 1965, dodici anni prima della canzone di Vecchioni, Oriana Fallaci menzionava in "Il sole muore": «Pensai piuttosto a quell'atroce racconto persiano intitolato “Appuntamento a Samarcanda”. Nel giardino del re, la Morte compare a un servo dicendogli: “Domani verrò a prenderti…” Il servo, allora, corre dal re e chiede il cavallo più veloce per fuggire lontano, verso Samarcanda. Arrivato a Samarcanda il giorno seguente, trova la Morte ad attenderlo. “Non è giusto”, grida il servo, “non è leale”. La Morte risponde: “Perché? Sei fuggito senza farmi finire il discorso. Ero in giardino per dirti che domani sarei venuta a prenderti a Samarcanda”».
Buon ascolto, qualunque sia l'origine di questa bellissima canzone con il famoso ritornello "Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh oh"
Molto interessante... complimenti per la tua ricerca... in bocca al lupo! Sandra
RispondiEliminaTi ringrazio per l'apprezzamento Sandra. Questa è una delle mie canzoni preferite. Ho altre idee in mente e cercherò,pian piano di scrivere nuovi articoli. Buona giornata e spero che continuerai di tanto in tanto a seguire questo piccolo blog di curiosità.
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