La Mole Antonelliana e la serie di Fibonacci

La mole antonelliana è un monumento architettonico ubicato nel centro storico di Torino e rappresenta un simbolo non solo per i torinesi ma anche per il resto d'Italia.

Per quanto riguarda la sua storia ho tratto spunto dal sito: 
https://www.moleantonellianatorino.it/storia/storia-mole-antonelliana.html

La costruzione
Il progetto dell'edificio fu concepito da Alessandro Antonelli, un rinomato architetto del XIX secolo di fede ebraica. Gli fu affidato il compito di progettare un nuovo luogo di culto per gli israeliti, che includeva anche una scuola interna.
Antonelli si adoperò per creare una struttura con una vasta porzione inferiore in grado di servire sia come luogo sacro che come istituzione educativa. Il suo design prevedeva anche l'inclusione di una cupola a base quadrata, in sintonia con lo stile architettonico di molte sinagoghe europee.
La storia della Mole Antonelliana è peculiare: la costruzione iniziò dopo l'approvazione del Regio Decreto del 17 marzo 1863 e fu parzialmente completata entro sei anni, raggiungendo un'altezza di circa 70 metri.
Nonostante l'ambizioso progetto di Antonelli, la Comunità Ebraica di Torino non accolse favorevolmente l'idea, considerando i numerosi costi aggiuntivi necessari per rafforzare e consolidare un edificio di tale portata. Di conseguenza, i membri della comunità decisero di cedere la struttura al Comune di Torino e di costruire una nuova sinagoga nel quartiere di San Salvario.
La crescita della Mole Antonelliana, ufficialmente di proprietà del Comune di Torino, fu caratterizzata da un continuo prestigio. Nel 1873, l'architetto Antonelli optò per l'aggiunta di un ulteriore piano, noto come "Tempietto", portando l'altezza complessiva a 90 metri.
A quasi cento metri di altezza, Antonelli perseverò nel suo progetto originale, decidendo di concludere l'imponente edificio con un'appuntita terminazione in stile neogotico. Prendendo ispirazione dalla Basilica di San Gaudenzio di Novara, la Mole Antonelliana raggiunse un'altezza di 113 metri nel 1887, grazie all'aggiunta di un colonnato circolare denominato la "Lanterna".
Il progetto originale di Antonelli per la Mole Antonelliana prevedeva la realizzazione di una guglia sopra l'ultima struttura della "Lanterna".
La Mole Antonelliana prosegue la sua imponente ascesa verso il cielo. Poco prima della sua morte, l'architetto Antonelli prese la decisione di completare la guglia, prima con una stella a cinque punte e successivamente con una statua raffigurante il "Genio Alato", un simbolo dei Savoia.
I lavori furono poi portati avanti dal figlio di Antonelli e si conclusero nel 1889. L'inaugurazione della Mole Antonelliana avvenne con una cerimonia solenne che riempì di orgoglio l'intera città di Torino. Essa divenne la struttura in muratura più alta d'Italia, d'Europa e del mondo fino al 1953, quando fu superata dal Campanile del Duomo di Ulma in Germania, alto 161,53 metri.
Nel corso del XX secolo, la Mole Antonelliana fu soggetta a diverse revisioni a causa delle avverse condizioni meteorologiche. La prima di esse avvenne nel 1904, quando il Genio Alato fu abbattuto da un violento temporale e sostituito da una stella a cinque punte.
Durante la seconda guerra mondiale, la Mole Antonelliana miracolosamente sfuggì ai bombardamenti che colpirono il centro di Torino. La seconda revisione ebbe inizio nel 1955, questa volta a causa di condizioni meteorologiche violente che causarono il crollo di quasi 50 metri della guglia nel 1953.
La Mole Antonelliana, ancora una volta sotto lavori, riacquistò il suo splendore nel 1960 con la realizzazione di una nuova guglia. 
Attualmente, la Mole Antonelliana raggiunge un'altezza di 167,5 metri ed è la sede del Museo del Cinema di Torino.

Il Museo del cinema
"Non si può pensare a un Museo del Cinema solo come un museo di oggetti e macchine, perché l’essenza del cinema è il film."
Sono parole dello scenografo François Confino, che ha progettato l’allestimento del Museo Nazionale del Cinema nel 2000 e il riallestimento nel 2006.
L'Archivio è un complesso documentario di straordinaria ricchezza e interesse, notevole per la sua completezza e la vastità dei contenuti. Custodisce elementi unici e precedentemente inesplorati che costituiscono una parte fondamentale della storia del cinema. Tra questi, si trovano migliaia di documenti che offrono testimonianze dettagliate sulla vita e l'operato di società, registi, sceneggiatori, attori e tecnici del cinema muto e sonoro, sia italiano che straniero.
Il patrimonio dell'Archivio è costituito da oltre un centinaio di fondi e raccolte, comprendenti dossier, documenti e carte di varia origine e natura. Questa vasta collezione copre in modo continuo l'intero arco temporale del XX e XXI secolo e, in modo più sporadico, include testimonianze risalenti ai secoli XVIII e XIX, focalizzate sull'archeologia del cinema e sulla fotografia.
Gli Inventari dei fondi archivistici vengono regolarmente aggiornati e resi accessibili online, garantendo così un costante e trasparente accesso alle preziose risorse custodite nell'Archivio.
Un omaggio complice e ammiccante alla Mole Antonelliana.

L’ascensore panoramico – La vista su Torino
Nel 1961, in occasione delle celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia, viene messo in funzione un ascensore panoramico. Rinnovato nel 1999, esso permette di salire fino al "tempietto" e allo straordinario punto di vista a 360 gradi del suo balcone sulla città e sull'anfiteatro delle Alpi. La corsa, nella cabina di cristallo trasparente, avviene in 59 secondi in un’unica campata a cielo aperto, senza piani intermedi dalla quota di partenza, posta a 10 metri di altezza, fino agli 85 dell’arrivo.

Luci d’artista – Il volo dei numeri
Dal 2002, in occasione della sistemazione dell’illuminazione esterna e della nascita del progetto Luci d’Artista, sul fianco della cupola è stata montata una scultura luminosa di Mario Merz intitolata "Il volo dei numeri": essa rappresenta l’inizio della serie di Fibonacci, ed è una sfolgorante installazione concettuale in grado di rappresentare l’esplosivo e apparentemente caotico processo di crescita tipico di molti fenomeni naturali.

La Mole Antonelliana e la serie di Fibonacci

Tanti siti parlano della Mole Antonelliana e del "Museo del Cinema" allestito al suo interno; davvero bello e suggestivo con installazioni multimediali e sale a tema.
A tal proposito, ad esempio, ho trovato senza tanto sforzo:

- "Il museo del cinema di Torino" di Mario Aprea
Quest'ultimo spiega molto bene l'itinerario dal punto di vista dello spettatore.

Come al solito, vi rimando ai link che troverete su Internet in cui si vedono l'allestimento interno davvero ben curato e l'ascensore panoramico che porta fino ad ammirare dall'alto tutta la città (mi raccomando: scegliete una giornata tersa in cui si domini sia la collina ad est che la corona delle montagne che circondano Torino).


Ma chi passeggia la sera e sposta lo sguardo in alto noterà una serie di numeri rossi incolonnati lungo la parete inclinata: si tratta della "Serie di Fibonacci":

La Mole Antonelliana e la serie di Fibonacci

Ecco i numeri che si vedono nella parte superiore della Mole: 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377, 610, 987. Ogni nuovo numero rappresenta la somma dei due che lo precede: ovviamente il prossimo sarà 1597 e così via

In realtà, questa serie di numeri è stata individuata all'inizio del 1200 quando un matematico di nome Leonardo Fibonacci, ha posto un problema piuttosto concreto (niente a che vedere con la Mole Antonelliana) e ha cercato di trovare una soluzione:

"Quante coppie di conigli si ottengono in un anno supponendo che ogni coppia dia alla luce un’altra coppia ogni mese e che le coppie più’ giovani siano in grado di riprodursi già’ al secondo mese di vita?"

La soluzione al problema studiato da Fibonacci è 377: dopo un anno ci sono ben 377 coppie di conigli.
Detto così, sembra quasi banale: ecco una serie di numeri in cui la progressione è la somma dei due precedenti, utile a calcolare il numero delle coppie di conigli attive dopo un anno. In verità questa serie dice molte più cose.
Studiandola più a fondo, infatti, si scopre che in natura questa questa successione è presente in tutti i rami studiati


In botanica
Anche qui, non essendo un botanico, seguo cosa scrive Salvo Privitera di Tech.everyeye

Semi, pigne, frutta e verdura: prendiamo ad esempio un girasole. La serie di semi al centro di questo fiore mostra quelli che sembrano motivi a spirale che si curvano a sinistra e a destra... quella è la sequenza di Fibonacci! Lo stesso può essere osservato in pigne, ananas, broccoli romani e tanto altro;

Fiori e rami: alcune piante esprimono la sequenza di Fibonacci nei loro punti di crescita, mentre negli alberi è possibile osservarla nei punti in cui si formano o si dividono i rami. Inoltre, se contiamo il ​​numero di petali di un fiore, spesso si troverà che il totale è uno dei numeri della sequenza di Fibonacci;

Tornado: i sistemi di tempeste come uragani e tornado spesso seguono la sequenza di Fibonacci;

Api: i numeri di Fibonacci esprimono l'albero genealogico delle api.

In particolare mi ha colpito che le foglie degli alberi sono disposte sui rami in modo da non coprirsi l'una con l'altra affinché ciascuna possa ricevere la luce diretta del sole. Se prendiamo come punto di riferimento la prima foglia di un ramo, e contiamo quante foglie ci sono fino a quella perfettamente allineata verticalmente ad essa, questo numero corrisponde a uno di quelli della serie di Fibonacci. Anche il numero di giri in senso orario o antiorario che si compiono per raggiungere tale foglia allineata è un numero di Fibonacci. Il rapporto tra il numero di foglie e il numero di giri si chiama “rapporto fillotattico” (vedi Fillotassi).

Infiorescenza di girasole


Nel corpo umano

La serie di Fibonacci si riscontra anche nelle lunghezze delle falangi delle dita del corpo umano di un uomo adulto, come anche nella lunghezza del braccio e dell'avambraccio.
Anche il corpo nel suo complesso si possono incontrare questi numeri calcolando la nostra altezza e la rapportiamo con la distanza dall'ombelico fino a terra. Così pure si riscontrano queste cifre nel viso.

La lastra di una mano (notate qualcosa?)

Da notare che la serie (o sequenza) di Fibonacci è legata alla sezione aurea, già conosciuta dagli antichi Greci e che esprime (per loro come per noi) ciò che è bello.
Non analizzerò qui cosa sia la sezione aurea, ma se un corpo o un viso (e anche un monumento o una fotografia) seguono la sezione aurea si può dire che siano "belli".

Per chi volesse approfondire cosa sia la sezione aurea lascio due link in cui il prof. Piergiorgio Odifreddi lo spiega perfettamente:
-  De Divina Proportione (Parte 2)


In geometria e in natura
Se si prova a disegnare un quadrato di lato 1x1 e di seguito un rettangolo 1x2, poi 2x3, 3x5 e così via seguendo i numeri della serie di Fibonacci e si uniscono con una linea i punti di intersezione, si ottiene una figura alquanto nota.
Infatti, la curva che passa per vertici consecutivi di questa successione di rettangoli è una spirale: troviamo questa immagine nelle conchiglie, nella disposizione dei semi del girasole sopra descritta e delle foglie su un ramo.



Nell'arte
I numeri di Fibonacci sono stati usati in alcune opere d'arte; Mario Merz li ha usati ad esempio nell'installazione luminosa denominata "Il volo dei numeri" su una delle fiancate della Mole Antonelliana di Torino.
Anche sulle mura di San Casciano in Val di Pesa, accanto ad un cervo imbalsamato, sono permanentemente installati i numeri al neon riportanti le cifre 55, 89, 144, 233, 377 e 610. Si tratta di un'altra creazione di Merz realizzata in occasione della mostra Tuscia Electa del 1997. Merz ha inoltre realizzato nel 1994 un'installazione permanente sulla ciminiera della compagnia elettrica Turku Energia a Turku, in Finlandia.

Il pittore austriaco Helmut Kand, per rendere omaggio a Fibonacci, ha dipinto ha dipinto opere in serie di 21.

Anche Julie Bovee, con la sua opera "Rainbow Fibonacci Sunflower Painting", ha voluto dare il suo contributo

A Barcellona e a Napoli è stata creata un'installazione luminosa in onore al matematico italiano: nella città spagnola, in particolare nell'area della Barceloneta, all'interno dell'area pedonale, i numeri sono stati posti a distanza proporzionata alla loro differenza, mentre a Napoli i numeri della serie di Fibonacci sono stati disposti a spirale all'interno della stazione "Vanvitelli" della Linea 1 della Metropolitana, e più precisamente sul soffitto che sovrasta le scale mobili, là dove, superate le obliteratrici, si scende all'interno della stazione vera e propria.

Rainbow Fibonacci Sunflower Painting
Rainbow Fibonacci Sunflower Painting di Julie Bovee

E, se si vuole  si può anche ascoltare un brano basato su questa sequenza di numeri.


In informatica
I numeri di Fibonacci sono utilizzati nel sistema informatico di molti computer. In particolare vi è un complesso meccanismo detto "Fibonacci heap" che viene utilizzato nel processore Pentium della Intel per la risoluzione di particolari algoritmi.

Curiosità
Il vero nome di Fibonacci era Leonardo Pisano. Ma, come succedeva spesso e non solo in Italia, capitava che al nome del nascituro venisse aggiunto anche il nome del padre: quindi Leonardo Figlio di Bonaccio, da cui Fibonacci.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il magister

Articoli pubblicati su Torino

Articoli pubblicati su Curiosità